Paolo Villaggio (Genova, 30 dicembre 1932) è un cabarettista, attore, scrittore, drammaturgo, presentatore televisivo, sceneggiatore e regista italiano. Tra gli esponenti di spicco della comicità italiana, è famoso soprattutto per i suoi personaggi legati ad una comicità paradossale e grottesca: il professor Kranz, il timidissimo Giandomenico Fracchia, ma soprattutto il servile e sottomesso ragionier Ugo Fantozzi. Notevole la sua attività di scrittore, iniziata proprio con un libro su Fantozzi al quale seguiranno altri sei sul ragioniere, e altri libri di carattere satirico. Versatile attore, nonostante i ruoli "fantozziani", ha recitato in ruoli più drammatici, partecipando a film di registi come Federico Fellini, Marco Ferreri, Lina Wertmuller, Mario Monicelli e Ermanno Olmi.
Nasce a Genova il 30 dicembre del 1932[1], gemello di Piero, futuro docente all'Università di Pisa. Il padre Ettore (1905 – 1992) è un geometra di origine palermitana, e la madre, la veneziana Maria, è insegnante di tedesco. Anche la famiglia Villaggio subisce le ristrettezze e le privazioni della Seconda guerra mondiale, come ricorda lo stesso Villaggio:
« In quel periodo facevo una dieta, dettata non dalla voglia di apparire, ma dalla povertà » | |
(Paolo Villaggio)
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Frequenta il liceo classico "Andrea Doria" e inizia poi gli studi di Giurisprudenza, che però abbandona. Dopo gli studi attravera diverse esperienze lavorative, dal cameriere allo speaker della BBC, da cabarettista a intrattenitore su navi da crociera insieme all'amico Fabrizio De André e a Silvio Berlusconi[2], dal teatro al lavoro impiegatizio presso la Italsider: è proprio a quest'ultima esperienza lavorativa che Paolo Villaggio si ispira per la creazione del personaggio del ragioner Ugo Fantozzi che lo renderà popolarissimo.[3]
È autore dei testi delle canzoni Il fannullone e Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers, incise da Fabrizio De André, autore delle musiche. Quest'ultimo brano è inserito nell'album del 1967 Volume I del cantautore genovese.
Si unisce alla Compagnia goliardica Mario Baistrocchi, di cui è autore dei testi di diverse edizioni fra il 1956 e il 1966. Tra gli sketch di questo periodo, se ne ricordano alcuni "storici", basati sulla presa in giro di personaggi famosi (si ricordi che è di questo periodo anche la canzone Carlo Martello), e nel 1956 al Teatrino di Piazza Marsala a Genova esordisce sul palcoscenico un personaggio dalla voce "sfiatata", timidissimo, che anticipa le caratteristiche dei suoi personaggi futuri più famosi come Fantozzi e Fracchia. A questo periodo risale anche l'esordio del Professor Kranz, sempre al Teatrino di Piazza Marsala.
A scoprire la vena artistica di Villaggio (manifestatasi già dai tempi della sua collaborazione con la Compagnia goliardica Mario Baistrocchi) è Maurizio Costanzo, che nel 1967 gli consiglia di esibirsi in un cabaret di Roma.
In seguito alla sua attività cabarettistica, passa a condurre il programma Quelli della domenica, dove dà modo di far conoscere sia un tipo di comicità più legato alla "fisicità", come nel caso dell'aggressivo e sadico Professor Kranz, legato a gag slapstick e surreali, e del suo primo personaggio umiliato e sottomesso, Fracchia, con la sua voce sfiatata nei suoi colloqui con il cast della trasmissione (come Gian, o Pozzetto), sia un tipo di comicità verbale inedito, con monologhi caratterizzati da una voce impostata e da un lessico iperbolico e surreale. In questi monologhi, Villaggio si ispira alle sue esperienze di vita, con volute esagerazioni e citando moltissimi personaggi conosciuti realmente. Tra questi: Fantozzi, il compagno di lavoro di Villaggio quando era impiegato all'Italsider, confinato in un sottoscala; Fracchia, che diventerà il nome del servile personaggio televisivo; Filini e altri nomi di impiegati che in seguito, sul grande schermo, avranno un volto. Altre figure dimenticate, come Semenzi, dopo una fugace apparizione nel primo libro di Fantozzi, spariranno nell'oblio. Inoltre vi sono elementi che poi verranno ripresi in seguito dall'attore genovese: la Corazzata Potemkin, la nuvola da impiegati, i megadirettori. Tipica del Villaggio di questo periodo sono una voce impostata, una aggressività e una cattiveria di fondo che caratterizza i suoi sketch.
Nel 1969, Villaggio conduce la trasmissione È domenica, ma senza impegno, con la partecipazione di Cochi e Renato, del Quartetto Cetra, di Ombretta Colli, Gianni Agus e Oreste Lionello. In questa trasmissione Villaggio reinterpreta Fracchia, che appare qui, ormai, nella sua forma pressoché definitiva; gli sketch di Fracchia hanno già tutti gli elementi che renderanno famoso il personaggio nell'immaginario collettivo: la poltrona a sacco in cui non riesce a sedere, l'autoritario capufficio (impersonato da Gianni Agus), la voce "sfiatata" (della quale al momento è l'unico possessore), e certi tormentoni verbali, tra i quali «Com'è buono, lei!» e «Mi si sono intrecciati i diti».
In seguito partecipa a numerose trasmissioni televisive e, nel frattempo, comincia a far pubblicare sull'Europeo e sull'Espresso i suoi racconti, tratti dai monologhi delle sue trasmissioni televisive, racconti dove il personaggio Fantozzi acquisirà un'importanza sempre maggiore, diventando un MacGuffin catalizzatore di tutti i racconti di Villaggio, che descrivono - secondo il suo stile satirico e iperbolico - la società italiana. Tra i comprimari continua a esserci Fracchia, che diventerà l'"organizzatore" e continuano ad esserci trovate divertenti e paradossali, apprezzate dai lettori; nel frattempo Fantozzi prende forma, e anche se non ha ancora un volto, comincia ad avere delle caratteristiche ben definite, definendosi come uomo dal carattere debole, perseguitato dai "megadirettori" della "megaditta" nella quale lavora, vittima di un sistema aziendale nel quale impera il più disarmante servilismo. Nel 1971, questi racconti sono pubblicati nel libro Fantozzi, che diventa un bestseller e spinge Villaggio a scriverne un seguito, Il secondo tragico libro di Fantozzi.
Comincia intanto l'attività cinematografica del comico genovese, che esordisce al cinema col film Mangiala nel 1968, dando prova di ottimo attore, sia recitando da solista che in coppia con Vittorio Gassman, con il quale nello stesso periodo recita in alcuni sketch televisivi.
All'inizio degli anni settanta debutta al cinema in diverse commedie, e anche in un ruolo di rilievo, quello del soldato alemanno Torz nel celebre Brancaleone alle crociate di Mario Monicelli, del 1970. Nel 1972 affianca Mike Bongiorno alla conduzione del Festival di Sanremo. Nel 1974, recita nel primo film diretto da Luciano Salce: Alla mia cara mamma nel giorno del suo compleanno.
L'anno successivo Villaggio e Salce trasportano il personaggio di Fantozzi dalla carta allo schermo nel film omonimo, in cui, dopo che i candidati al ruolo Ugo Tognazzi e Renato Pozzetto vengono scartati, sarà lo stesso attore genovese a dare il volto al suo personaggio. Fantozzi si rivela uno strepitoso successo, grazie ad un cast di ottimo livello, composto da Gigi Reder (nella parte di Filini, che, da un'idea di Salce, nei film sostituirà definitivamente l'"organizzatore" Fracchia), Anna Mazzamauro (nella parte della Silvani), Giuseppe Anatrelli (Calboni), Liù Bosisio (la moglie di Fantozzi in seguito sostituita da Milena Vukotic), Plinio Fernando (Mariangela). I due validissimi sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero de Bernardi (tra l'altro ideatori di Villaggio voce narrante nel film, che riprende il tono enfatico che aveva nei suoi monologhi delle sue prime trasmissioni televisive) contribuiscono decisamente al successo del film. I due sceneggiatori scriveranno ancora per molti dei film interpretati da Villaggio.
Mentre per la tv riprende ad interpretare Giandomenico Fracchia in una serie di 4 episodi con Gianni Agus, Ombretta Colli e Gigi Reder, riscuote successo in tutta Italia, al cinema: sempre con Salce porta Il secondo tragico Fantozzi, mentre in altri film che interpreta gli vengono affidati sempre più spesso personaggi simili a Fantozzi e a Fracchia, finendo per far identificare l'attore Villaggio solo con questa tipologia di personaggio.
Sotto la regia di Salce, Villaggio interpreta Il... Belpaese, film che tratta dell'Italia sconvolta dalla violenza e dalla criminalità con il solito stile paradossale e satirico; si tenta un poco fortunato rilancio di Kranz, nel film Professor Kranz tedesco di Germania; interpreta il segmento Si buana del film Dove vai in vacanza?; tenta di avvicinarsi alla commedia degli equivoci più classica con il film Rag. Arturo De Fanti, bancario precario, ultimo film di Villaggio diretto da Salce. Di questo periodo sono da ricordare, oltre alla serie tv di Fracchia e ai film di Salce, anche Il signor Robinson, mostruosa storia d'amore e d'avventure, versione fantozziana di Robinson Crusoe diretta da Sergio Corbucci, e Dottor Jekyll e gentile signora, parodia del famoso romanzo di Stevenson, che rappresenta una sorta di Fantozzi dal punto di vista dei dirigenti aziendali e che presenta un Villaggio cattivo come agli esordi, interpretazione che dopo il "boom" del personaggio Fantozzi diverrà più rara, nell'ambito della commedia.
In queste pellicole, Villaggio ha la possibilità di viaggiare all'estero e visitare altri paesi, come gli Stati Uniti in Sistemo l'America e torno, il Giappone in Banzai, e L'Africa in Dove vai in vacanza?. Nel 1976 viene pubblicato Le lettere di Fantozzi, terzo libro del ragioniere, al quale segue nel 1979 Fantozzi contro tutti, ancora più politicamente scorretto dei precedenti, che riprende le atmosfere e le trovate del film Il... Belpaese.
Nel 1980 si ha il rilancio cinematografico di Fantozzi con il film Fantozzi contro tutti, che vede alla regia lo stesso Villaggio coadiuvato da Neri Parenti, che a partire dal film Fracchia la belva umana diventa il regista di punta di Villaggio, dirigendo la serie di Fantozzi fino al penultimo episodio, Fantozzi - Il ritorno, i due film su Fracchia, il personaggio televisivo che solo con Parenti avrà delle opere cinematografiche a lui dedicate, la trilogia delle Comiche (in cui Villaggio è affiancato da Renato Pozzetto) e altri film non legati a una serie (tra cui Sogni mostruosamente proibiti, Pappa e ciccia, Ho vinto la lotteria di capodanno).
Sia nella serie di Fantozzi sia in altri film di Villaggio, agli sceneggiatori Leo Benvenuti e Piero De Bernardi si affiancano Alessandro Bencivenni e Domenico Saverni. Villaggio partecipa a numerose commedie cinematografiche, spesso interpretando il suo tipo di personaggio sottomesso e vigliacco come il suo Marchese di Forlimpopoli ne La locandiera di Paolo Cavara, ma a volte rispolverando il suo cinismo degli esordi, come ne Il volpone di Maurizio Ponzi.
Nel 1990 avviene un'importante svolta per la carriera del comico genovese: ha una parte nel film La voce della Luna di Federico Fellini, per il quale vince il David di Donatello. Per questa sua performance nel cinema d'autore, viene così riconsiderato dalla critica e da coloro che lo identificavano solamente con Fantozzi, la cui saga continua tuttavia fino al 1999 col film Fantozzi 2000 - La clonazione diretto da uno degli sceneggiatori storici di Villaggio, Domenico Saverni.
Tra le apparizioni più importanti per quanto riguarda il cinema d'autore, sono da ricordare Io speriamo che me la cavo di Lina Wertmuller tratto dal bestseller omonimo di Marcello D'Orta, Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi tratto dal libro di Dino Buzzati, Cari fottutissimi amici di Mario Monicelli e Denti di Gabriele Salvatores. Tra i numerosi premi cinematografici ricevuti da Paolo Villaggio, vale la pena menzionare quelli alla carriera: il Leone d'Oro nel 1992, il Pardo d'onore nel 2000 e il David di Donatello nel 2009.
In tutti questi anni cessa tuttavia la sua attività di scrittore: continua a pubblicare libri di buon successo con regolarità, cambiando però editore nel 1994: passa infatti dalla Rizzoli alla Mondadori, per cui pubblica Fantozzi saluta e se ne va (1994), Vita morte e miracoli di un pezzo di merda (2002), 7 grammi in 70 anni (2003), Sono incazzato come una belva (2004), Storie di donne straordinarie (2009) e Crociera Lo Cost (2010), per poi tornare a pubblicare con la Rizzoli Gli fantasmi nel 2006 e con la Feltrinelli Storia della libertà di pensiero nel 2008 (libro in cui torna a tracciare in maniera irriverente i personaggi storici, come ai tempi dei suoi esordi).
Negli anni novanta ritorna a recitare in teatro: sotto la regia di Giorgio Strehler interpreta il ruolo di Arpagone nell'Avaro di Molière nel 1996, mentre dalla stagione teatrale 2000-2001 porta più volte in scena il monologo autobiografico Delirio di un povero vecchio. A partire dal 2007 porta in scena Serata d'addio, un monologo in 3 atti: Il fumo uccide ispirato a Il tabacco fa male di Anton Cechov, Una vita all'asta ispirato a Il canto del cigno sempre di Cechov, e L'ultima fidanzata ispirato a L'uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello; rivisitati nel suo stile, si fondono forte drammaticità e sorrisi.
Per quanto riguarda la sua attività televisiva, ha partecipato nel 1983 a Ciao Gente di Corrado, nel 1985 alla trasmissione Grand Hotel e alla serie di Sergio Citti Sogni e bisogni, nell'episodio Amore cieco, e nel 1986 alla trasmissione Un fantastico tragico venerdì, poi diventata Che piacere averti qui. Ha anche condotto il tg satirico Striscia la notizia insieme a Massimo Boldi. Più recentemente ha partecipato alla fiction televisiva Carabinieri, in cui nelle prime stagioni interpreta Giovanni, un professore che ha perso la memoria, e nelle stagioni più recenti un prete fratello gemello di Giovanni.
Per il cinema si è cimentato anche nel ruolo di doppiatore: ha infatti doppiato la voce di Mikey Ubriacco, il bambino protagonista dei film Senti chi parla (quella dell'originale era Bruce Willis) e Senti chi parla 2 ed ha fatto anche da narratore nella versione italiana del film comico Ma che siamo tutti matti?.
L'artista genovese comincia a collaborare con i giornali già dal 1968, scrivendo per L'Europeo "La Domenica di Fantozzi", in cui racconta le tragicomiche avventure di colui che diverrà il suo personaggio più famoso. Questi pezzi andranno a comporre il primo dei sette libri di Fantozzi, che farà anche da base per la trasposizione cinematografica.
Ne segue una collaborazione Paese Sera, su cui scrive per cinque anni gli editoriali, nel periodo in cui è direttore Giorgio Cingoli. Collabora poi con L'Unità per altri cinque anni, durante la direzione di Walter Veltroni. Dal 2004 al 2005 collabora con L'Indipendente diretto da Giordano Bruno Guerri.
A cominciare dal 28 giugno 2009 riprende la collaborazione col quotidiano fondato da Antonio Gramsci, per il quale svolge il ruolo di editorialista immaginando un Fantozzi di propensione leghista. Nel 2011 fanno scalpore alcune frasi denigratorie nei confronti del sud Italia, come l'intervista a Sky TG 24 in cui Villaggio accusava il Sud e la mentalità borbonica radicata in esso di essere la piaga di tutta l'Italia, nonché la teoria, riproposta in un'infelice battuta televisiva a inizio 2012, secondo cui il problema delle poche nascite in Sardegna è da attribuire al fatto che i pastori "si accoppino" solo con le pecore[4].
Dopo aver portato in scena il monologo autobiografico Delirio di un povero vecchio, nel 2002 Villaggio ha pubblicato la sua autobiografia intitolata Vita, morte e miracoli di un pezzo di merda dove ha raccontato molto sulla sua famiglia, su sua moglie, sul fratello gemello Piero affermato docente universitario di Scienza delle costruzioni e su suo figlio Pierfrancesco (nato nel 1962). Il figlio Pierfrancesco, nei primi anni ottanta, è diventato tossicodipendente tanto da dover costringere Paolo Villaggio a portarlo nel 1984 nella comunità di San Patrignano di Vincenzo Muccioli, dove poi si è disintossicato[5].
Fino ad allora non aveva mai amato parlare della sua famiglia, e tutte le volte che era stato costretto a farlo si era sempre divertito ad imbrogliare le carte raccontando storie del tutto inventate. A tal proposito, tanto per citare una delle sue affermazioni certamente false- come da lui stesso confermato successivamente in varie occasioni - raccontò che un'anziana astrologa in un incontro nella capitale gli aveva predetto la morte il giorno 14 dicembre 2002, in una casa bianca sul mare. Il giorno dopo, però, l'attore era ospite alla trasmissione Domenica in condotta da Mara Venier. Attualmente vive a Roma, in una villa sulla via Salaria, adiacente all'incantevole parco Villa Ada.
Villaggio è stato iscritto al Partito Comunista Italiano e a Democrazia Proletaria, formazione comprendente anche socialisti radicali come lo stesso attore, nelle cui liste è stato candidato alle elezioni politiche del 1987.
Successivamente si è candidato alle elezioni del 1994 con la Lista Marco Pannella nel collegio uninominale di Genova - San Fruttuoso.
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Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana |
«Su proposta della Presidenza del Consiglio dei Ministri» — 2 giugno 1995[6] |
Teatrografia parziale
Fantozzi | |
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![]() Fantozzi invita la signorina Silvani a colazione da Gigi il Troione sulla Bianchina |
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Paese | Italia |
Anno | 1975 |
Durata | 103 min |
Colore | colore |
Audio | sonoro |
Genere | comico |
Regia | Luciano Salce |
Soggetto | Paolo Villaggio |
Sceneggiatura | Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Paolo Villaggio, Luciano Salce |
Produttore | Giovanni Bertolucci |
Casa di produzione | Rizzoli Film |
Distribuzione (Italia) | Cineriz |
Fotografia | Erico Menczer |
Montaggio | Amedeo Salfa |
Musiche | Fabio Frizzi |
Scenografia | Nedo Azzini |
Costumi | Orietta Nasalli Rocca |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Fantozzi è un film del 1975 diretto da Luciano Salce. È il primo capitolo della celeberrima saga che narra le vicissitudini del travet Ugo Fantozzi, ideato ed interpretato da Paolo Villaggio. Insieme al successivo Il secondo tragico Fantozzi, è universalmente considerato l'apice della serie e vede la partecipazione di attori che ricorreranno negli episodi a venire: Plinio Fernando, Anna Mazzamauro, Liù Bosisio e Gigi Reder tra tutti.
Il film ricalca in maniera abbastanza fedele le vicende descritte nei due best-seller scritti da Villaggio, Fantozzi e Il secondo tragico libro di Fantozzi, incentrati proprio sulla figura dello sfortunato e goffo ragioniere. Fantozzi può considerarsi, in forma caricaturale, il simbolo del ceto medio italiano degli anni settanta, infelice e frustrato sia sul posto di lavoro che in famiglia.
Il successo di questo film e della saga che ha generato è rimasto pressoché immutato col passare degli anni, contribuendo ad accreditare Paolo Villaggio come uno dei principali autori ed attori comici del cinema italiano.
Il film è uscito nei cinema il 27 marzo 1975.
La canzone che accompagna i titoli di coda, La ballata di Fantozzi, di Leo Benvenuti, Piero De Bernardi e Fabio Frizzi, è cantata da Paolo Villaggio.
Di Stefano Cherubini Bestar
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